La verità su Magilla Sindaco (e MagillaGuerrilla)

Dopodomani si vota per le amministrative in parecchi comuni. Se non troverete un gorilla sulla scheda un motivo c’è, fremevo per spiegarvelo ma mi sono dovuto trattenere. No, la notizia non è che la mia candidatura a Sindaco è una provocazione. Fin qui spero di non avere deluso nessuno che ci credesse davvero, anche perchè la campagna elettorale è stata assolutamente “vera”, tangibile molto più di quella di tanti altri candidati. Un esempio ne sia il video della mia ultima attività e le foto, in cui mi aggiro per il centro chiedendo ai bolognesi quale pensano sia il principale nodo da sciogliere della città: è inoltre possibile partecipare alla bacheca pubblica attraverso Twitter e l’hashtag #problemidibologna.


La notizia è un’altra, mi (si) consenta, ovvero chi ha lanciato tale provocazione e perchè. Un gorilla che sa muoversi agilmente tra i rumori della jungla urbana, parlandone i diversi linguaggi, e seguendo una chiara strategia di comunicazione. Magilla Sindaco, certamente. Ma chi è? Magilla Sindaco ed il blog Dai Voce Alla Jungla sono progetti paralleli, ideati e prodotti dal network di specialisti di comunicazione non convenzionale MagillaGuerrilla. Ooooh, ora che l’ho detto mi sbuccio una banana e me la mangio contento.

Con questa operazione MagillaGuerrilla ha voluto mettersi alla prova e sporcarsi le mani, lanciando allo stesso tempo una campagna di sensibilizzazione sulla partecipazione alla vita della propria comunità, alla vigilia delle elezioni, con l’obiettivo di generare visibilità sui media, e partecipazione da parte degli utenti. Obiettivo raggiunto a giudicare dalla rassegna stampa (provvisoria): non per fare “lo sborone”, solo per far vedere come si lavora qui e quali risultati si ottengono. Nel frattempo il blog Dai Voce alla Jungla proseguirà la sua regolare attività di osservazione ed analisi sull’evoluzione del linguaggio politico, sociale ed ambientalista, anche dopo questa campagna elettorale.

Ora, prima di invitarvi a pubblicare qualunque suggerimento, critica, o spunto vi possa aver ispirato il mio tentativo di acquisire fama e banane, vorrei segnalare e ringraziare chi ha dato il proprio indispensabile e sapiente contributo nella realizzazione dell’operazione Magilla Sindaco. E grazie anche a te che stai leggendo. Dai voce alla jungla!

Concept + Production + Buzz:
MagillaGuerrilla | info@magillaguerrilla.it
Videomaking:
Elenfant Film | elenfantfilmakers@gmail.com
Logo + Graphic:
10K Design
| info@10k-design.com
Copywriting:
Giovanni Schirò
| giova.schiro@gmail.com
Photo:
Margherita Staglianò | marg.photography@gmail.com

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Dai Voce alla Jungla: Magilla Sindaco di Bologna

Banane mature per la mia candidatura a sindaco di Bologna! La jungla è stanca e distaccata, delusa e addormentata, la campagna elettorale per le amministrative 2011 è triste, la propaganda dei candidati poco coinvolgente, perciò “ho deciso di scendere in campo con il mio nuovo Movimento“, per risvegliare le voci di cittadini e candidati e sollecitarli ad utilizzare la parola, con ogni mezzo (di comunicazione) necessario.

Crescendo nella jungla ho imparato a sopravvivere usando l‘intelligenza e la sensibilità anziché la forza. Ho imparato a vivere in armonia con la mia comunità, a proteggere la mia famiglia, a lottare per arrivare alla fine della giornata con poche banane, a coltivare ogni giorno il proprio piccolo angolo di giardino per l’intima soddisfazione di vederlo fiorire. Soprattutto ho imparato a interpretare ed usare tutti i linguaggi degli abitanti della jungla, ed una buona regola: “comunicare” bene è solo il primo passo per “fare” bene.

Per farlo, per parlare a tutti gli abitanti della jungla ho pubblicato lo spot elettorale sul mio canale YouTube.

Ho deciso di accompagnare alla comunicazione sul web, una campagna di subvertising sul territorio che gioca con le affissioni degli altri candidati. Questa notte infatti, i miei amici gorilla hanno dato prova della loro creatività parodiando i messaggi poco coinvolgenti scritti dagli altri candidati. Qui potete trovare tutte le foto dell’attività.

Dai Voce alla Jungla! Vota Magilla!


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Intervista a Giuseppe Stasi e Giancarlo Fontana

L’appuntamento con popcorn e banane l’avevamo fissato al 6 aprile: tutti davanti alla TV per il processo dell’anno. E invece no. Rimandato. E allora ne approfittiamo per un’intervista a chi ha confezionato, oltre al celebre Inception Berlusconi, anche l’ultimo trailer del processo Ruby – Berlusconi. Pubblico l’intervista con un certo ritardo, di cui mi scuso, che nasconde un periodo di preparazione e lancio di imminenti progetti che vedranno la luce la prossima settimana. Non vi anticipo nulla e nel frattempo lascio la parola a Giuseppe e Giancarlo. Inoltre in fondo trovate la loro video intervista a Bresciattiva e quella a BonsaiTV. E mi raccomando di visitare il canale YouTube che sta seminando video virali sulla rete.

Ciao Giuseppe, molto piacere! Vuoi presentare te ed il tuo socio Giancarlo?

Ci chiamiamo Giuseppe G. Stasi e Giancarlo Fontana, siamo laureati rispettivamente in Comunicazione e discipline dello spettacolo e da alcuni anni collaboriamo assieme nella scrittura e nella realizzazione di cortometraggi. Io (Giuseppe) mi occupo prettamente della fase di scrittura, Giancarlo dell’editing (montaggio, mixaggio, color correction e after effects). Curiamo assieme la regia (tecnica e attoriale), riuscendo a conciliare alla perfezione i nostri background culturali, cinematografici e umani.

Ok per “l’english background”. Quanto al “retroterra lucano”? Vivere e lavorare a Matera come ha influenzato il vostro lavoro di videomakers?

Giancarlo ha appreso i rudimenti della regia e dell’editing su un piano assolutamente pratico, facendosi le ossa nella fucina di Blu Video – Matera (una società di produzione audiovisiva, responsabile di importanti collaborazioni, tra cui quella con il film di Mel Gibson, The Passion). Io ho perfezionando le mie capacità attraverso la scrittura creativa e lo studio teorico del cinema, approdando pian piano al lavoro sul campo, e mettendo in piedi un fruttuosa collaborazione con Giancarlo e Blu Video.

Il canale YouTube di Giancarlo ha evidentemente raggiunto una certa visibilità con l’uscita di Inception Berlusconi. Cosa puoi dirci di questa esperienza? Aneddoti?

Beh, gli aneddoti sono numerosi… dalle continue, martellanti proposte di lavoro non retribuito, alla nostra incredulità dinanzi a telefonate di persone collegate a testate quali L’Espresso, Il Fatto Quotidiano.E ancora: i collegamenti via Skype con numerose città d’italia da cui venivano richieste interviste, dichiarazioni… fino ad arrivare alla proposta in assoluto più fruttuosa: una collaborazione con l’Associazione Culturale Storia e Memoria nella realizzazione del programma televisivo Buon Compleanno Italia, trasmesso su SkyUno in occasione dell’Anniversario dei 150 anni dell’Unità d’Italia.

Corpo di mille banane! Pure SkyUno? Sono felice di sapere che dopo il web avete lavorato sulla TV! Quanto è importante per voi il coinvolgimento degli utenti del web? Un viral video come il vostro oltre a raggiungere molte views, stimola commenti e partecipazione.

Beh, fondamentalmente è quello il nucleo di tutta questa visibilità. Creando una grande attesa presso i nostri contatti Facebook con frasi che alludevano all’imminente uscita del video ha senza dubbio agevolato una rapida diffusione (e condivisione) dei nostri lavori… che comunque non sarebbe stata tale se gli utenti, al di là dell’attesa creata, non vi avessero riscontrato un forte motivo di interesse.

Gli utenti trovano “significativo” il vostro messaggio e la viralità è una conseguenza (a volte anche incontrollabile) di questo presupposto necessario. Quando Repubblica pubblica un vostro video, vi chiede il permesso? Qual’è la vostra policy nei confronti del copyright?

Repubblica non ci ha chiesto il permesso, in quanto il video non è in tutto e per tutto un’opera nostra, visto che si compone di immagini di repertorio e di un commento sonoro non originale. La nostra policy è, per così dire, in via di definizione, visto che stiamo mettendo rapidamente su un team di lavoro che ci consentirà ben presto di realizzare opere originali in tutto e per tutto.

Tranquillo, anche qui nella jungla al copyright preferiamo altri argomenti. Ecco parliamo d’altro. Vuoi darci qualche anticipazione sui vostri progetti futuri?

Beh, al momento si stanno presentando sempre con più frequenza delle importanti occasioni di lavoro… Diciamo che siamo in una fase di cernita: scegliamo con cura, anche nel rispetto di una logica che ci permetta in futuro di fare un salto di qualità.

Bene, e fra questi progetti ce n’è forse uno in particolare a cui vorreste invitare gli utenti del web?

Ce n’è uno. Ne abbiamo iniziato a parlare qualche giorno fa… Un esperimento… Ma non è ancora ben definito.

Grazie allora. Il 6 aprile è passato ma i processi al nostro primo ministro sono materiale da saga: spero di risentirvi presto! Dai voce alla Jungla, e in bocca al lupo!

Video intervista a Bresciattiva:

Video intervista a BonsaiTV:

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Angry Birds (& Mighty Eagle) VS Three Little Pigs

Premessa: fino a poco tempo fa avevo un “dumbphone”, ovvero uno di quei cellulari la cui funzionalità più avanzata è una sveglia, per giunta fastidiosissima. Ora che gli smartphone sono arrivati anche qui nella jungla, è praticamente impossibile ignorare alcuni fenomeni. Come il fortunatissimo videogame “Angry Birds” per esempio. Se non lo conoscete non c’è problema. Nemmeno mia nonna ha mai visto i Simpson, e continua a mangiare banane, sana come sempre. Ma torniamo ai nostri pennuti. Vi basti sapere 1. che si tratta di incazzosissimi uccellini da lanciare contro edifici da far crollare, 2. è uno dei videogames più scaricati al mondo con oltre 50 milioni di download dal 2009, 3. è disponibile sulle piattaforme mobile per 0,99 $ e 4. per portare a termine missioni particolarmente impegnative è possibile pagare per disporre di un’arma più potente, la Mighty Eagle.

Vi racconto questi dettagli solo perchè sono particolarmente importanti per capire il successo del video di Egor Zhgun, un utente YouTube russo che utilizzando la grafica di AngryBirds, e adattandola alla situazione politica nordafricana, in una settimana ha superato il milione di views, ed è apparso sui principali network informativi. Forse stavolta non basterà la fede calcistica votata al Foggia a salvare Gheddafi da un finale amaro. Perchè? Scopritelo qui.

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Un trailer per scoprire cosa ci aspetta il 6 aprile

A volte capita che siano le province più remote a sfornare fenomeni virali: da quando è arrivato l’adsl anche qui nella jungla, la “lontananza” è più una dimensione mediatica che fisica. Quanto siete distanti dalla Basilicata? Sto parlando di Giancarlo Fontana e Giuseppe Stasi, due videomaker di Matera che da qualche tempo hanno deciso di utilizzare un YouTube come piattaforma per diffondere i propri messaggi. Gustatevi l’ultima uscita:

Il taglio ironico dei loro prodotti ben si adatta al format del trailer, con tutta la retorica che l’accompagna (titoloni, montaggio incalzante, tono perentorio, citazioni della critica, etc..) come è successo con Inception Berlusconi che ha superato le 800.000 views.  Del resto hanno lavorato anche su prodotti più istituzionali, come in occasione dello spot Italiani! sull’Unità d’Italia. Il 28 marzo è stato poi il turno dello stupendo trailer del Processo Ruby Berlusconi: dopo questo trailer i 36 giorni che ci separano dal 6 aprile ci sembreranno un’eternità. Tenete d’occhio le views di questo video (per ora 60.000 ma cresceranno) e soprattutto il loro canale Youtube: sono sicuro che abbiano ancora parecchie banane da estrarre dal cilindro.

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Make some noise :) Knowledge Liberation Front

Tra le barricate alzate in Europa ed i movimenti di protesta che agitano il Mediterraneo si è aperto un nuovo fronte: quello del sapere. Qualcuno forse non ci trova niente di nuovo, e se siete tra quanti ritengono la moltiplicazione delle lotte poco funzionale al raggiungimento di risultati politici tangibili (magari preferireste una sola, grande, catartica, manifestazione all’anno, il venticinque aprile o il primo maggio, e poi…”ite, missa est“) troverete poco interessante questo post, forse l’intero blog. Sorry 🙂

Qua nella jungla invece c’è chi pensa di sapere, e addirittura di fare. E’ il caso della mobilitazione del 24,25 e 26 marzo contro le banche e la crisi che hanno innescato lanciata dal KLF, il neonato Knowledge Liberation Front. A Bologna è il collettivo Bartleby ad aver organizzato il lancio dell’iniziativa, e la mobilitazione stessa, che non sono di certo passati inosservati.

Prima sono apparsi dei balloon bianchi da fumetto sui cartelloni pubblicitari della città ad annunciare l’iniziativa (mi ricorda un certo gorilla!) . Poi venerdì si è passati direttamente all’azione con il flash mob nella filiale Unicredit di via Ugo Bassi, con gli attivisti rimasti in mutande. E di seguito altri blitz per via Indipendenza con pane e salame davanti alla filiale dello stesso istituto. Il risultato è stata un’ampia copertura giornalistica della mobilitazione e moltissimi sorrisi.

A chiudere il video dell’irruzione nella jungla della Borsa di Piazza Affari. Meditate candidati e strateghi, meditate.

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Gheddafi: dar dar, zenga zenga, e… Foggia in A

L’agenda setting dei mezzi di comunicazione di questo marzo 2011 pare dominata dal disastro del terremoto di Fukushima e dalla rivolta in Libia ormai sostenuta da un’operazione militare internazionale.

Del primo disastro abbiamo già parlato qui. E sul rapporto tra lo spettacolo del dolore giapponese e l’abbondanza di immagini sui social network c’è un interessante articolo di Mary Elizabeth Williams. Del dolore dei libici non sappiamo nulla o quasi: sono poche le immagini che ci arrivano dai nostri vicini di casa, quasi tutte successive ed inerenti all’entrata in azione (o dovremmo dire in guerra?) delle potenze occidentali. E così finiamo per essere più partecipi di un dramma lontano come quello giapponese, e giù con dichiarazioni ufficiali, pagine su Facebook, gallerie su Repubblica, etc..

Della Libia insomma abbiamo quasi solo le immagini pubbliche del capo, di Muʿammar Abū Minyar al-Qadhdhāfī, meglio noto come Muammar Gheddafi. Sono dunque le posture, le parole, i tic del suo discorso alla nazione a costituire la materia prima da cui la jungla estrae contenuto grezzo e lo modella fino a dare forma al proprio messaggio virale. Eccone un paio.

Qui lo Zenga Zenga Remix di Noy Alooshe (israeliano di origine tunisine), che è già un pezzo scaricabile da i-Tunes, con più di 3 milioni di views in 30 giorni e tantissimi commenti..

E poi c’è la spassosissima confessione della fede calcistica del leader, che non sarà passata inosservarta neppure a Torino, dove la Libia vanta una quota societaria della Juventus.

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Il Giappone, Greenpeace, Facebook, Twitter..

Oggi si parla del Giappone e del sisma devastante che lo ha colpito, ma senza farlo vedere, perchè sarebbe troppo facile. Si parla di Giappone e di Italia, perchè prima che il cinismo da una parte e la comunicazione narcotizzante dall’altra vizino l’aria della jungla, sarebbe bene mettere un paio di punti.

Il primo è che mentre scrivo pare che il reattore #1 della centrale di Fukushima sia completamente esposto, mentre il reattore #2 continua a registrare malfunzionamenti all’impianto di raffreddamento. Il rischio, manco a dirlo, è quello di una fusione del nucleo, un’eventualità che nessuno per ora sembra preparato ad attendere. Magilla non è esattamente imparziale, ma ci si può fare la propria idea sulla situazione consultando i tweets in continuo aggiornamento qui. Da noi la jungla sembra tacere, ma il dibattito sulle energie alternative in compenso è molto attivo sui social network: basti pensare al video, ed alla pagina Facebook aperta da tempo da Greenpeace, che si oppongono alle scelte energetiche del colosso guidato da Marc Zuckerberg (orientate verso il carbone prima ancora che “al nucleare”). La situazione del Giappone, nella sua disperata drammaticità, rappresenta insomma una parte di un problema ben più complesso (a cui a titolo d’esempio, la Germania risponde con un programma che la porterà entro il 2050 a procurarsi l’80% del proprio fabbisogno energetico tramite energie rinnovabili).

Il secondo, appunto, è che Magilla non è imparziale. Non lo sono neppure i milioni di euro piovuti sul sostegno al nucleare in Italia: della campagna di comunicazione del forum sul nucleare se ne è già parlato in questo post e su Disambiguando.  Al di là delle tesi di Chicco Testa & Co. resta un dubbio: perchè non aprire ora un serio discorso sul nucleare? Se si teme che, a causa degli incidenti in Giappone, un “effetto Chernobyl” distorca il dibattito pubblico, non sarebbe il momento opportuno per lanciare un’operazione trasparente di informazione scientifica. O dovremmo forse pensare che il Forum sul Nucleare ha paura della jungla?

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Non ci sono più gli (antichi) egizi di una volta #3

Dove non arrivano i bit, a volte arriva la carta. Sono tante le notizie che giungono dal Nord Africa, e la situazione libica resta in rapida evoluzione, i grandi network dell’informazione fanno fatica a stare dietro ad una rivoluzione “senza volto”. Quello che manca alla protesta libica per poter essere raccontata sui media infatti è quel tripudio di facce e quella comunicazione diretta con il resto del mondo (per quanto difficoltosa), che invece abbiamo visto al Cairo nel mese scorso. Dai 140 caratteri dei post su Twitter da Tahrir Square (di cui abbiamo parlato in questo post) sta per essere pubblicato un libro, una raccolta di voci dalla jungla di partecipanti alle proteste culminate nel giorno 11 febbraio, quando Mubarak ha annunciato le proprie dimissioni.

Nadia Idle e Alex Nunns, i curatori di “Tweets from Tahrir” (in vendita a partire dall’11 aprile al prezzo di 12$),  stanno raccogliendo, oltre al materiale, anche la liberatoria di ogni singolo utente Twitter di cui sarà pubblicato il post. A quanto pare tale liberatoria consentirà alla casa editrice OR Books di fare a meno di un’autorizzazione esplicita da parte di Twitter, senza violarne alcuna norma. Oltre ovviamente alle implicazioni sul copyright in materia di pubblicazione, è interessante notare come un messaggio sia rimbalzato dalla piazza sui socialnetwork per andare a finire in un libro: in barba alle teorie sui vecchi e nuovi media, la jungla cerca di farsi sentire, sempre.

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Hey maccaroni… help Silvio and add your score!

Ok jungla, volevo scrivere un bel post denso. E invece mi son ritrovato con la scimmia (perdonatemi questi giovanilismi e gli stupidi giochi di parole… sono pur sempre uno stupidissimo gorilla) del gioco. Fatto sta che quando inserisci un contenuto virale come la situazione giudiziaria del premier Silvio Berlusconi, in un contenitore come quello del videogioco, si scatenano le peggiori fantasie e le migliori energie. Berl’s Big Perv è registrato a nome di un certo Tom Ormes, lo stesso nome del direttore creativo di Iris – Singapore: un caso? Probabilmente sì. Ma intanto vi consiglio di prepararvi a coprire di cospicue “mazzette” le amanti del premier e schivare i loro colpi. Come Space Invaders… ma più bunga bunga. E levatevi quel ghigno dal viso che non c’è niente da ridere.

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